L’attuale situazione socio-politica sembra frutto più di una isteria colletttiva che di una valutazione razionale.
Con la conseguenza che persino comportamenti pensati e ragionati appaiono connotati da tratti di irrazionalità.
Pertanto ritengo opportuno chiarire le ragioni delle mie scelte professionali:
La decisione di limitare l’attività alle urgenze dipende dall’adeguamento alle norme nazionali.
Tuttavia la ragione di tale chiusura non può essere cercata nel rischio di contagio dei pazienti nella nostra attività.
Il covid-19 è solo un coronavirus, dello stesso tipo nella nostra specie ce ne sono già 4 endemici. Il covid-19 sarà il quinto. Nulla di nuovo sotto il sole.
Se noi odontoiatri non fossimo attrezzati per lavorare anche in presenza di coronavirus, non avremmo dovuto lavorare fino ad oggi e non dovremmo lavorare per il futuro.
In realtà noi siamo attrezzati, organizzati e strutturati per evitare le infezioni crociate paziente-paziente e paziente-operatore-paziente.
Perciò la ragione per limitare la nostra attività alle urgenze non può essere motivata dai rischi che il paziente corre nel nostro studio.
Tuttavia la diffusione dell’infezione dipende dal numero di persone che esce di casa. Più persone escono di casa e più difficile è controllarne gli spostamenti e prevenire comportamenti a rischio.
Questa è la ragione per cui fino a nuove dsposizioni governative limiterò la mia attività alle urgenze, pur non condividento la scelta del governo, come spiego in dettaglio qui e qui.