Controlli dal Dentista


Caro sig.Rossi

le scrivo per via di quella nota e fastidiosa nozione che tutti sappiamo: dobbiamo fare i controlli dal dentista con regolarità.

Le scrivo perché lei, come quasi la metà degli italiani, invece dal dentista ci va solo quando ha bisogno.

Ora, non voglio ripetere luoghi comuni perciò sono andato a vedere i dati del mio studio nell’anno scorso. E mi sono domandato quali dati dovevo guardare per confermare o smentire la necessità di visite periodiche.

Anche andando a vedere la letteratura (S Patel, R Curtis Bay, M Glick A Systematic Review of Dental Recall Intervals and Incidence of Dental Caries JADA 2010; 141(5): 527-539) i pazienti con visite di controllo regolari hanno più denti otturati e meno carie attive dei pazienti che non effettuano controlli: in apparenza quindi il suo comportamento è corretto, quando un dente fa male si va dal dentista, tanto il risultato è lo stesso. In effetti è difficile dimostrare che chi va dal dentista non fa carie.

Ma io sono andato a vedere un dato diverso: il punto non è quante carie fa una persona, ma quanto gravi sono, cioè a che stadio vengono scoperte e curate. Vale a dire se una carie viene curata con la devitalizzazione del dente oppure mantenendo la vitalità della polpa dello stesso. Questo, a mio parere è il confine importante. La differenza fondamentale sta tra i denti vivi e quelli devitalizzati. Questi ultimi sono molto più fragili e propensi a frattura e/o infezione.

E cosa è venuto fuori?

L’anno scorso ho effettuato 54 terapie canalari su 855 pazienti visti nell’anno. Praticamente nulla. 39 devitalzzazioni e 15 ritrattamenti di denti già devitalizzati ma non in modo adeguato. Se dovessi vivere di devitalizzazioni, farei la fame.

A questo punto però per sapere se le visite periodiche servono a qualcosa, andiamo a vedere come sono distribuite queste terapie in rapporto ai controlli annuali.

Nel grafico qui sopra sono rappresentate le devitalizzazioni del 2019.

I 15 ritrattamenti li ho fatti tutti su pazienti in prima visita. Cioè, nessuno dei pazienti che seguo, alcuni da quasi 30 anni, nessuna delle devitalizzazioni che ho fatto, ha avuto problemi. Sarà fortuna, certo, ma insomma i dati del 2019 sono questi.

Anche 9 delle devitalizzazioni sono state effettuate in prima visita. Altre 5 invece sono state eseguite dopo aver effettuato una ricostruzione estesa in prima visita.

Quindi, o questi pazienti negli anni passati non hanno effettuato controlli, oppure li hanno effettuati dal dentista sbagliato.

3 denti sono stati devitalizzati per problematiche parodontali: queste sono situazioni connesse con l’età, su denti che sono al limite dell’estrazione, per i quali la devitalizzazione è l’ultimo tentativo.

2 pazienti giovani avevano finito una terapia ortodontica 2 anni prima e probabilmente per una crisi di rigetto dopo tante visite dal dentista si erano assentati per qualche tempo. Queste due devitalizzazioni insegnano che l’ortodonzia è una fase critica per i denti e che il giovane va seguito con scrupolo non soltanto durante ma anche e soprattutto dopo.

9 pazienti hanno subito devitalizzazioni ripresentandosi al controllo dopo più di due anni dall’ultima visita. Questi pazienti sono la dimostrazione che è importante mantenere una regolarità nei controlli.

Tuttavia nel 2019 ho devitalizzato dei denti anche a pazienti che aderivano in modo abbastanza regolare ai controlli.

Devitalizzazioni Ritrattamenti
Prima visita 15 9
Ricostruzione estesa in prima visita 5
Denti con ricostruzioni effettuate altrove 6
Problematiche parodontali 3
Pazienti con pregressa ortodonzia 2
Controllo > 2 anni 9
Regolari 5

Perciò, caro sig.Rossi, i dati delle devitalizzazioni nel mio studio, dimostrano che le visite periodiche effettuate con il mio metodo, sono efficaci per prevenire cure pesanti (devitalizzazioni).

Dobbiamo lavorare per identificare le caratteristiche dei pazienti che nonostante effettuino visite regolari (o abbastanza regolari) fanno carie gravi, per identificare i fattori di rischio e sottoporre questa popolazione a controlli ancora più stringenti.

Un’ultima osservazione: non rientra nel mio protocollo l’esecuzione di radiografie periodiche. Faccio le Rx solo se serve, se ho dubbi, se c’è l’esigenza. La maggiore associazione di conservativa (l’Accademia Italiana di Conservativa, AIC) consiglia di effettuare radiografie ai controlli con svariate scadenze (6-36 mesi, adeguandosi alle linee guida dell’America Accademy of Pediatric Dentistry del 2012). Tuttavia una radiografia serve solo ad identificare una lesione cariosa, non a prevenirla, e porta all’esecuzione di una otturazione. Il confine perciò non è l’esecuzione o meno di una terapia conservativa, ma il mantenimento o meno della vitalità del dente. I nostri dati dimostrano che l’esecuzione di Rx periodiche avrebbe potuto essere efficace al massimo in 5 pazienti (i quali avevano altri attori di rischio, in ogni caso dal 2020 su questo gruppo valuteremo questa eventualità).

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