Fin dalla prima comparsa del virus in Cina ho sostenuto un punto di vista che attualmente, a posteriori, sembra vicino a quello di Boris Johnson, primo ministro inglese. L’infezione non si può fermare ma governare.
La mia tesi, esposta molto prima che fosse resa nota la posizione del governo inglese, è che dovremmo favorire il contagio di quelle fasce di popolazione a rischio basso o nullo in modo da diffondere una immunità che rallenti o impedisca la diffusione del virus.
Ci sono popolazioni a rischio basso o nulla?
Beh, per esempio gli studenti universitari fuori sede. Hanno contatti solo tra loro, non hanno contatti con la famiglia. Sono il campione ideale. Immaginiamo che il virus si diffonda tra loro (ovviamente mandando a casa quelli con una qualche patologia). Morti zero. Ricoveri zero o quasi. Nel giro di 15-20 giorni abbiamo una fascia della popolazione immune.
Poi gli studenti dell’asilo e delle elementari. Qui c’è un po’ di rischio, perchè a casa possono esserci i nonni e comunque i contatti non sono selezionati come nel gruppo degli universitari. Anche qui si tratta di fare una selezione e lasciare a casa i bambini che hanno patologie o che non possono evitare il contatto con persone a rischio. I genitori in genere sono giovani: un bambino di 5 anni è difficile che abbia genitori ultra-sessanteni.
Così passo passo si possono includere gruppi sociali sempre meno isolati e con sempre maggior rischio: palestre, scuole di ballo, fabbriche, ristoranti, etc etc.
Il criterio è quello illustrato da Boris Johnson: modulare, governare l’infezione, controllando e gestendo le risorse a disposizione nei punti di terapia intensiva e di rianimazione.
Non opporsi muro contro muro, non fuggire, non ignorare. Chi ha attribuito a Johnson una impostazione darwiniana (tutti contro tutti e sopravviva il più forte) non ha letto con attenzione quello che ci è arrivato dall’Inghilterra.
Ma posso dire, senza tema di smentita che la maggior parte degli italiani è schierata con il governo e condivide la scelta della Via cinese. Perciò è inutile discutere. Stiamo a casa ed aspettiamo che il virus si estingua …
Però vorrei fare tre domande a coloro che sono schierati con Conte e ripetono il mantra “Stai a casa”:
Domanda 1: l’Italia è in grado di applicare il modello cinese? Siamo disposti a murare le case di chi viene trovato per strada senza giustificazione? A reitrodurre la pena di morte? La risposta cinese è stata una risposta NBC, cioè una risposta adeguata a scenari di guerra Nucleare Biologica Chimica. Siamo disponibili a fare lo stesso? Ad introdurre la legge marziale e il coprifuoco, la prigione?
La quarantena per almeno 60 milioni di persone nello Hubei, il divieto di muoversi e lavorare per altre centinaia di milioni di cinesi hanno avuto un costo economico e sociale immensi. Ci sono frustrazione e rabbia che serpeggiano in Cina: venerdì 6 marzo la vicepremier Sun Chunlan è stata contestata a Wuhan da gente che si è affacciata dai palazzoni sbarrati e ha urlato «Falsità, solo falsità, le autorità mentono». L’incidente è stato messo sotto controllo dalla censura, che ha ordinato alla stampa di scaricare la colpa su sconosciuti «funzionari locali incapaci di gestire bene gli approvvigionamenti alimentari per la gente chiusa in casa, come invece ha ordinato il governo». Fonte: https://www.corriere.it/esteri/20_marzo_09/coronavirus-wuhan-nuovi-casi-6b1bdccc-61eb-11ea-9897-5c6f48cf812d.shtml
Al momento sembra di no e le statistiche dimostrano che l’andamento dell’infezione in Italia e nei paesi occidentali segue un andamento diverso dalla Cina e dalla Corea (Vedi il grafico qui sotto, fonte https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/ ). In questo momento il tasso di infezione in Italia è di 462 contagi per milione di abitanti, nove volte più della Cina! (56 / milione) fonte https://www.worldometers.info/coronavirus/#countries
Domanda 2: anche ammesso che l’Italia riesca a bloccare la diffusione del virus, dopo che cosa abbiamo intenzione di fare? Chiudiamo porti, aeroporti, frontiere, contatti con qualunque altro paese per evitare la reinfezione? A questa domanda al momento non ci sono risposte neppure ipotetiche. La Cina è ferma a questo stadio (blocco di qualunque interazione con il resto del mondo). Noi chiuderemo Venezia, Firenze e Roma ai turisti fino a data da destinarsi? Perchè alla fine lo scenario delineato dagli epidemiologi del Lancet che hanno fatto da consulenti per il governo inglese è quello illustrato nel grafico che segue: i contagi e i morti nella prima fase saranno superiori per il modello inglese ma la differenza si vedrà dopo quando il Regno Unito sarà vaccinato e non temerà reinfezioni, la Cina e chi l’ha seguita, no.
Domanda 3: anche ammesso che ci sia una risposta alla domanda 1 (riusciremo a bloccare il contagio) e alla 2 (riusciremo ad evitare la reinfezione) dove troveremo le risorse per tornare alla normalità? Uno o due o … mesi di inattività e blocco del turismo, comportano una diminuzione della produzione, del reddito comlessivo, ma anche un aumento del fabbisogno sanitario alla fine della quarantena, delle risorse per le aziende in sofferenza e per i lavoratori che perderanno il lavoro.
Lo scenario è sconsolante ma previsto: da 220 anni la nostra classe dirigente fa scelte demenziali. Solo una cosa ci consola. Noi italiani abbiamo tante risorse nascoste, che sappiamo tirare fuori quando la situazione si fa più difficile.